Maria ha sentito le guance arrossire e il cuore stringersi.

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**Diario Personale**

Oggi mi sono sentita come se le guance mi bruciassero e il cuore mi si stringesse. Le risate, i telefoni alzati in aria, gli sguardi dei clienti puntati su di metutto si mescola in un vortice amaro. Avevo voglia di mollare tutto, uscire dal supermercato e non tornare mai più. Ma qualcosa, unostinata dignità che mi restava, mi teneva inchiodata a quella sedia di plastica, con le mani tremanti sulla tastiera della cassa.

Dai, cosa aspettiamo, fino a domani? ha gridato un uomo in fila, battendo il piede con impazienza.

Ho provato a riavviare la macchina, ma senza successo. Poi, improvvisa, una voce calma ma decisa si è alzata dalla folla:

Silenzio! ha detto un signore anziano, vestito semplicemente, con una borsa di tela in mano. Non è colpa della signora. Se avete tanta fretta, andate a unaltra cassa.

Un mormorio ha attraversato la fila. Cera peso nel suo tono. I telefoni si sono abbassati lentamente, le risate si sono fermate.

Esatto! ha aggiunto una donna. Vengo qui da anni, e Carla è lunica che ci saluta sempre e ci sorride, anche quando è stanca. Voi ragazze giovani, cosa fate? Ridacchiate e filmate!

Alessia, quella che aveva fatto scattare tutto, è arrossita leggermente, ma ha girato la testa con aria di sfida.

Mi sono morsa il labbro. Non mi aspettavo una difesa così. Lentamente, mi sono alzata dalla sedia, sentendo le ginocchia tremare, e ho detto a voce bassa ma ferma:

Mi scuso per il ritardo. Chiamerò il tecnico.

In quel momento è arrivato il direttore. Alto, con il telefono in mano, osservava la scena con fredda indifferenza.

Cosa succede qui? ha chiesto seccamente.

La cassa si è bloccata, capo! ha risposto Alessia con un sorriso finto. Non è la prima volta

Ma i clienti in fila si sono ribellati subito:

Menti! ha gridato qualcuno. Funziona sempre perfettamente con Carla!

Voi ragazze nuove fate sempre queste battute stupide! ha aggiunto un altro.

Il direttore è rimasto pietrificato. Non si aspettava che il pubblico si schierasse dalla parte della cassiera.

Signore, sappia che abbiamo visto come staccavano la spina più volte! ha detto una signora anziana. Io vengo qui ogni giorno e lo so bene!

Unonda di approvazione ha riempito laria.

Alessia e le altre ragazze si sono impantanate nelle scuse. Ma la verità ormai galleggiava nellaria, chiara come la luce del giorno.

Io, con le lacrime agli occhi, ho cercato di dire qualcosa, ma il direttore ha alzato la mano.

Basta. Ha girato lo sguardo verso le ragazze. Da domani, voi non lavorate più qui.

Un brusio ha attraversato la fila. Qualcuno ha applaudito. Alessia è uscita sbattendo la porta, seguita dalle altre.

Io sono rimasta immobile, con le mani sul bancone, incapace di credere a quello che stava accadendo.

E lei, signora Carla, ha detto il direttore, con una voce che ora cercava di rendere più calda, rimane. E da questo mese, avrà un piccolo aumento. Se lo merita.

Lho guardato senza parlare. Dentro di me, qualcosa si scioglieva. Anni di umiliazione, di silenzio, di pazienza e ora, allimprovviso, i clienti, la gente comune, mi avevano restituito la giustizia che non speravo più.

Quella sera, a casa, ho aperto il telefono. Mia figlia, Sofia, mi aveva chiamato in video.

Mamma, ho visto cosè successo! ha detto emozionata. Tutti ne parlano online. Un cliente ha filmato, ma non il momento in cui ti prendevano in giro quello in cui la gente ti ha difeso. Sei diventata virale!

Sono rimasta a bocca aperta.

Virale? Io?

Sì, mamma! Ti chiamano tutti *”la cassiera con dignità”*. Hai ricevuto migliaia di messaggi di sostegno.

I miei occhi si sono riempiti di lacrime. Non avrei mai pensato che quei telefoni che mi umiliavano mi avrebbero anche portato giustizia.

Nei giorni seguenti, sconosciuti entravano nel supermercato solo per ringraziarmi. Mi portavano fiori, mi dicevano *”non mollare”*. Il direttore, spaventato dallattenzione pubblica, mi ha offerto orari ridotti e condizioni migliori.

Ma la parte davvero inaspettata è arrivata una settimana dopo. Carla ha ricevuto una lettera ufficiale: unofferta di lavoro al comune, come responsabile delle relazioni con il pubblico.

Uno dei clienti era un funzionario e aveva visto quanta pazienza e dignità avevo.

Lho letta due volte. Era quasi incredibile.

Alla mia età? ho mormorato.

Ma nei miei occhi brillava una luce nuova.

Una mattina, mentre mi preparavo per il nuovo ufficio, Sofia mi ha detto al telefono:

Vedi, mamma? La vita può essere ingiusta per anni ma a volte, in un solo giorno, tutto può cambiare.

Ho sorriso. Non ero più solo una cassiera stanca che contava le giornate fino alla pensione. Ero una donna che, dopo una vita di pazienza, aveva ricevuto riconoscimento proprio quando meno me lo aspettavo.

E, in fondo al cuore, sapevo che quel momento di umiliazione pubblica si era trasformato, per un miracolo di solidarietà, nellinizio di una nuova vita.

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